“CASE GREEN” INQUINAMENTO E REQUISITI ENERGETICI: COSA IMPONE LA DIRETTIVA EUROPEA

case green
Gli elementi principali del documento Ue sull’efficientamento energetico

In Italia, c’è stata una diffusa preoccupazione per il progetto di direttiva UE “Green Homes”, un aggiornamento della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia – EPBD. La direttiva mira a ridurre l’inquinamento generato dagli edifici, in quanto questi sono responsabili di oltre un terzo delle emissioni di gas a effetto serra nell’Unione europea e il 75 per cento di essi è inefficiente dal punto di vista energetico. Secondo la Commissione europea, la riduzione di queste emissioni è un passo fondamentale per raggiungere la neutralità climatica entro il 2050.

La direttiva Ue prevede che gli edifici residenziali e le unità immobiliari dovranno raggiungere entro il primo gennaio 2030 almeno la classe energetica E ed, entro il primo gennaio 2033, almeno la classe di prestazione energetica D. Il piano dell’Ue prevede numerose eccezioni, infatti sono esclusi dagli interventi: gli edifici dei centri storici, quelli vincolati dai Beni Culturali e quelli che, a causa dei lavori, potrebbero subire una diminuzione del valore architettonico. Escluse anche le seconde case e i fabbricati indipendenti con una superficie fino a 50 metri quadrati.

CLASSE ENERGETICA E CASE: A COSA CORRISPONDE

La classe energetica degli edifici è un dato che consente di comprendere quali sono i consumi energetici delle varie abitazioni. Per differenziare le classi energetiche vengono usati degli indicatori che vanno da A4, che indica la classe energetica più performante a G, la meno performante. Ogni classe energetica è associata a un punteggio che va dal 10, associato alla classe più efficiente, fino all’1 della classe energetica G. Il valore Ep, invece, indica l’indice di prestazione energetica, che corrisponde all’energia totale consumata dall’edificio climatizzato per metro quadro di superficie ogni anno. Le abitazioni di classe energetica E rappresentano la maggior parte degli immobili presenti oggi in Italia. Sono state realizzate tra gli anni Settanta e Novanta. Il dispendio energetico e l’isolamento termico un passo avanti rispetto agli immobili in classe F e G, ma non sono edifici energeticamente efficienti (Punteggio: 3. Consumo massimo: inferiore o uguale a 2,60 Ep. Consumo minimo: inferiore o uguale a 2,00 Ep.).

CLASSE ENERGETICA D CASE: LA CARATTERISTICHE

Gli edifici di classe energetica D sono abitazioni relativamente recenti che, a differenza delle abitazioni di classe energetica E, dispongono di un migliore isolamento termico perché i muri esterni sono stati ispessiti ed è stata migliorata la coibentazione del tetto (Punteggio: 4. Consumo massimo: inferiore o uguale a 2,00 Ep. Consumo minimo: inferiore o uguale a 1,50 Ep.).

In Italia, secondo i dati Ance (Associazione nazionale costruttori edili), su 12,2 milioni di edifici residenziali, oltre 9 milioni non sono in grado di garantire le performance energetiche indicate che richiederebbero invece subito, un sistema strutturato di incentivi statali mirati e stabili. Inoltre, sempre secondo i dati dell’Associazione dei costruttori: “Il 74% dei nostri immobili è stato realizzato prima dell’entrata in vigore della normativa completa sul risparmio energetico e sulla sicurezza sismica“. Confedilizia prefigura una tensione “senza precedenti” sul mercato delle ristrutturazioni con “una perdita di valore della stragrande maggioranza degli immobili italiani e, di conseguenza, un impoverimento generale delle famiglie”. 

Gli interventi che possono migliorare l’efficientamento di un edificio, sono rappresentati principalmente dalla coibentazione dell’involucro edilizio, come i cappotti termici riguardanti coperture, pareti perimetrali, solai. A ciò, va aggiunta la sostituzione degli infissi, l’installazione di pannelli fotovoltaici, schermature ombreggianti, sistemi di captazione eolica, sostituzione di caldaie a gasolio con nuove caldaie a condensazione o meglio ancora con pompa di calore. Gli interventi sopradescritti, non devono necessariamente essere realizzati contemporaneamente, ogni situazione è differente, in virtù dell’aria geografica in cui l’immobile ricade, delle caratteristiche costruttive dell’edificio, dell’orientamento, ecc.

In Italia il 60% degli edifici è attualmente in classe F e G, si capisce quanto sarà oneroso per molte famiglie anche solo il passaggio in classe E. Infatti per poter ottenere un salto dalle classi citate a una classe E, occorre ottenere una riduzione dei consumi energetici di circa un quarto rispetto a quelli abituali.Tale traguardo, a conti fatti, lo si può raggiungere solamente mediante interventi abbastanza costosi come quelli già sopradescritti.

QUANTO POSSONO COSTARE?

Una stima dei costi che gli italiani dovrebbero affrontare a seguito delle nuove regole Case Green, facendo un esempio concreto su un edificio tipo: “elaborando semplicemente alcuni dei dati acquisiti con gli attuali incentivi, un edificio tipo costruito negli anni ’80 e ubicato a circa 400 metri sul livello del mare, nell’ipotesi di 5 piani fuori terra, con appartamenti della superficie media di circa 105 mq, il passaggio da una attuale classe G alla classe D porta ad un costo minimo medio di circa 40 mila euro ad appartamento con intervento sull’involucro esterno (pareti, copertura e solaio sottostante al primo piano riscaldato). Con un intervento più organico (infissi, caldaie e impianto fotovoltaico condominiale) se ne dovrebbero aggiungere altri 20 mila circa per appartamento. Gli importi riportati comprendono ovviamente lavori, spese tecniche ed iva al 10%.”.

Se invece parliamo di case unifamiliari autonome, secondo dati resi noti da Il Corriere della Sera, la spesa per gli interventi si aggirerebbe attorno ai 105 mila euro, mentre per ogni condominio si arriva a 600 mila euro.

Risulta di più difficile individuazione la stima dei costi relativi ai singoli interventi perché è necessario considerare diversi fattori come la zona climatica in cui sorge l’immobile, la tipologia di caldaia e altri aspetti più specifici.

Se agli interventi di efficientamento energetico si vanno poi ad aggiungere quelli non invasivi finalizzati al miglioramento sismico (ad esempio rafforzamenti locali, antiribaltamento dei paramenti esterni e ripristino di parti ammalorate), si stima un’ulteriore costo che si aggira attorno ai 55 mila euro per appartamento.

Nella rubrica Dataroom del Corriere della Sera, viene messo in luce il problema che riguarda le tempistiche di risposta agli obblighi che potrebbero essere introdotti dalla nuova Direttiva EPBD Case Green. Le tempistiche vanno di pari passo con la disponibilità dei materiali e della manodopera soprattutto specializzata. Con il boom del settore edile, dovuto gli incentivi sui Bonus Edilizi, i lavori PNRR e la Ricostruzione post sisma, l’esigenza di manodopera è esplosa. Ad essere ricercati sono muratori, idraulici, elettricisti, falegnami, che non ci sono, e quei pochi vengono contesi e ben pagati.